La canadese non è certo il mezzo più veloce tra l’ampio repertorio di quelli ammessi, ma questo non scoraggia certamente i nostri canoisti.
Alle 9.00 siamo quindi pronti a partire, il bacino di San Marco, già straordinario di suo, invaso da 2000 equipaggi variopinti regala un colpo d’occhio che difficilmente si dimentica.
La tattica scelta: passo tranquillo ma costante, offre ai nostri canoisti continui controsorpassi ai mezzi più veloci i cui rematori o vogatori debbono ogni tanto fermarsi a rifiatare.
Giardini, Vignole, Sant’Erasmo, San Francesco del Deserto, i colori di Burano, il meritato ristoro, Mazzorbo, il drittone di San Giacomo in Paludo, l’attraversamento di Murano, si arriva all’imbuto che immette nel rio di Canareggio con la cornice delle rive affollate di persone, infine il viale più bello del Mondo e la meritata medaglia alla Salute.
Un’occasione bellissima per vivere a pieno una città assolutamente unica, ma nella quale è evidente che l’uso muscolare dei mezzi che provocano moto ondoso reca grossi limiti alla fruibilità oltre che danno materiale.
Che l’acqua sia fiume, torrente, lago o città va vissuta e non usata, questa è Open Canoe Open Mind.